TURISMO
Melfi si colloca al nord della Basilicata, al confine con la provincia di Foggia, in un territorio prettamente collinare con un'altitudine di circa 530 metri sul livello del mare. Dista pochi km dalle pendici del Monte Vulture, vulcano inattivo dall'era protostorica, e si affaccia sul fiume Ofanto, che divide la Basilicata dalla Campania e dalla Puglia.
La fondazione di Melfi è di ignota datazione ed esistono vari pareri discordanti.
La zona fu comunque stabilmente abitata sin dai tempi del neolitico; Dauni e lucani furono tra le prime civiltà ad insediarsi nel suo territorio. Poi fu abitata da Romani e Bizantini e infini dai Longobardi. La loro presenza risulta evidente da molti reperti che oggi si possono vedere all' interno del Museo Nazionale Archeologico all' interno del Castello Normanno che sovrasta la città.
Fu comunque con l’ arrivo dei Normanni che la città iniziò ad acquistare maggior importanza. A Melfi, capitale della Contea di Puglia, si tennero cinque concili, organizzati da cinque diversi Pontefici.
Ai Normanni si sostituirono gli Svevi con Federico II che portò Melfi all'apice del suo prestigio. L'imperatore scelse la città come residenza estiva e qui (ma anche nelle località di Lagopesole, Palazzo San Gervasio e, secondo alcune fonti, anche Monticchio) trascorse i suoi momenti di svago, dato che prediligeva le foreste del Monte Vulture per praticare la falconeria (la caccia col falcone).
Il sovrano svevo promulgò dal castello le Costituzioni di Melfi (o Constitutiones Augustales), codice unico di leggi per l'intero regno di Sicilia, opera fondamentale nella storia del diritto, le cui caratteristiche sono considerate "moderne" da molti storici.
Fu la volta quindi di Angioini e Aragonesi.
Poco più di due secoli dopo, quando Melfi era da tempo sotto il dominio spagnolo, l'esercito francese causò uno degli avvenimenti più truculenti della storia della città; venne saccheggiata, bruciata e gran parte della popolazione venne sterminata. L' offensiva francese venne sradicata dal re spagnolo Carlo V, che riconquistò Melfi nel 1531 ma la città, ormai ridotta in macerie, fu abbandonata per mesi.
Poco dopo l'unità d'Italia, la città partecipò attivamente al fenomeno del brigantaggio.
Logorata ancora da calamità come il terremoto del Vulture nel 1930, che rese Melfi il comune dell'area maggiormente danneggiato, e le emigrazioni verso il nord Italia ed il nord Europa, la città iniziò a vedere una certa ripresa agli albori degli anni novanta, con l'edificazione degli stabilimenti FIAT e Barilla.